La massoterapia: una tecnica di trattamento che utilizza manipolazioni manuali dei tessuti molli del corpo, come muscoli, tendini e legamenti; per favorire il rilassamento, ridurre lo stress e il dolore, migliorare la circolazione sanguigna e linfatica promuovendo il benessere generale. I massaggi terapeutici possono essere utilizzati per trattare varie condizioni, come ddolori muscolari, tenzioni, anzia , insonia, non che’ per migliorare la flessibilità e mobilita’ articolare. Le tecniche di massoterapia possono variare a seconda dell’approccio utilizzato ed essere applicate in tutti i distretti corporei. Noi offriamo queste tecniche:
Fisioterapia domiciliare: e’ rivolta a tutte quelle persone che non hanno la possibilita’ di raggiungere fisicamente la struttura ambulatoriale. (pazienti che hanno gravi disturbi del movimento, che non hanno accompagnatori, che non possono guidare, che sono allettate a causa di patologie nerurologiche o ortoperdiche o geriatriche)
La valutazione fisioterapica è un processo sistematico di raccolta e analisi di informazioni sulla condizione fisica e funzionale di un paziente, finalizzato a:
1. Identificare le disfunzioni e le limitazioni 2. Stabilire una diagnosi fisioterapica 3. Sviluppare un piano di trattamento personalizzato
La valutazione può includere: Anamnesi, Esame fisico, Test di funzionalità e Analisi del movimento.
Gli obiettivi sono:
1. Comprendere le esigenze del paziente 2. Stabilire obiettivi di trattamento 3. Monitorare i progressi
Riabilitazione delle disfunzioni vescico-sfinteriche
La riabilitazione delle disfunzioni vescico-sfinteriche e perineali è un processo terapeutico volto a trattare e migliorare le funzioni della vescica, degli sfinteri e del pavimento pelvico.
Questa riabilitazione può includere:
1. Valutazione e diagnosi delle disfunzioni 2. Esercizi di rafforzamento dei muscoli del pavimento pelvico (es. esercizi di Kegel) 3. Terapia fisica per migliorare la funzionalità muscolare e ridurre il dolore 4. Biofeedback per migliorare il controllo muscolare 5. Modifiche dello stile di vita per ridurre i sintomi 6. Tecniche di gestione del dolore e della incontinenza
Gli obiettivi della riabilitazione sono:
1. Migliorare la continenza urinaria e fecale 2. Ridurre il dolore pelvico e la disfunzione sessuale 3. Migliorare la qualità della vita
Questa disciplina è indicata post chirugia, prostatectomia radicale, neovescica, incontinenza urinaria femminile post chirurgia, etc
La valutazione fisioterapica è un processo sistematico di raccolta e analisi di informazioni sulla condizione fisica e funzionale di un paziente, finalizzato a:
1. Identificare le disfunzioni e le limitazioni 2. Stabilire una diagnosi fisioterapica 3. Sviluppare un piano di trattamento personalizzato
La valutazione può includere:
1. Anamnesi 2. Esame fisico 3. Test di funzionalità 4. Analisi del movimento
Gli obiettivi sono:
1. Comprendere le esigenze del paziente 2. Stabilire obiettivi di trattamento 3. Monitorare i progressi
La valutazione fisioterapica è fondamentale per fornire un trattamento efficace e personalizzato.
Riabilitazione posturale: puo’ essere indivuale o di gruppo in base alla valutazione del terapista. E’ un approccio terapeutico che mira a correggere e ottimizzare la postura corretta migliorando l’allineamento del corpo e e le tensioni muscolari al fine di ridurre il dolore e di migliorare la consapevolezza corporea. (ad esempio disformismi congeniti o acquisiti vere e proprie alterazioni della postura scoliosi, paramorfismi che sono posture scorrette come denti storti, ipercifosi , iperlordosi, etc.
La riabiliazione neurologica: si occupa del recupero di funzionalita’ perse a causa di lesioni del sistema nervoso centrale,periferico o dall’insorgenza di patologie croniche progressive al fine di raggiungere un autonomia parziale o completa nelle attivita’ della vita quotidiana.(AD Esempio sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofifca, esiti di ictus ischemico ed emorragico, esiti di emorragia cerebrale, morbo di parkinson, parkisonismi , demenza di alzheimer e altre demenze.
La riabilitazione ortopedica:e’ un percorso personalizzato educativo terapeutico mirato a recuperare o mantenere le funzioni del sitema muscolo scheletrico ed ottonere la maggiore autonomia possibile sul piano fisico funzionale e sociale, in seguito a traumi malattie e o interventi chirurgici.
La psicoeducazione è un intervento psicologico che mira a fornire informazioni e strumenti utili per comprendere meglio il proprio stato emotivo, i sintomi di disturbi mentali o difficoltà psicologiche e il loro funzionamento. Attraverso la psicoeducazione, le persone vengono aiutate a sviluppare una maggiore consapevolezza di ciò che stanno vivendo, imparando strategie pratiche per gestire meglio i loro problemi, come stress, ansia, depressione o altre difficoltà. Questo approccio è spesso utilizzato in percorsi terapeutici per aiutare i pazienti a comprendere come i loro pensieri, emozioni e comportamenti siano collegati, facilitando una gestione più consapevole e autonoma delle proprie problematiche. La psicoeducazione può anche coinvolgere familiari e persone vicine, in modo che possano supportare meglio il processo di guarigione o miglioramento.
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Cos’è il sostegno psicologico
Il sostegno psicologico è un percorso dedicato a chi si trova ad affrontare difficoltà emotive o periodi di cambiamento. È uno spazio sicuro e accogliente in cui poter esprimere preoccupazioni, paure e pensieri senza essere giudicati. L’obiettivo del sostegno psicologico è aiutare a comprendere meglio il proprio mondo interno, quello delle emozioni, a gestire lo stress e a trovare strumenti concreti per migliorare la qualità della vostra vita. Che si tratti di ansia, stress, insicurezza, difficoltà relazionali o momenti di crisi, il sostegno psicologico offre un ascolto attento e professionale per accompagnarvi nel vostro percorso di crescita e benessere. Attraverso una serie di colloqui, lavoreremo insieme per identificare le cause delle difficoltà e sviluppare nuove strategie per affrontarle. Questo tipo di supporto può essere particolarmente utile in momenti di forte stress o cambiamento, come ad esempio una separazione, una perdita o una fase di incertezza sul futuro.
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FORMAZIONE
Laureata in Psicologia Clinica presso l’università di Bologna, dopo aver conseguito l’esame di abilitazione alla professione, ho frequentato il Master interuniversitario di II livello in Psicodiagnostica e valutazione psicologica.
Mi sono specializzata in psicoterapia cognitiva alla S.B.P.C. (Scuola Bolognese di Psicoterapia Cognitiva) nel 2017.
Ulteriori specializzazioni: Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI intermediate) approccio evidence based per i disturbi di personalità e in Compassion Focused Therapy che permette di trattare con efficacia dimostrata il Perfezionismo patologico, l’autocritica nonché sentimenti cronici di vergogna e colpa.
Formazione specifica sul trattamento della dipendenza affettiva.
Dal 2022 attraverso la formazione continua e l’impegno in attività di volontariato, mi interesso a tematiche riguardanti la violenza di genere e gli effetti che queste hanno sulle vittime.
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Scelte
Senti di stare in un momento di stallo? Di non riuscire a decidere quale strada intraprendere? Se uscire da una situazione lavorativa o relazionale o meno?
Alcune volte abbiamo la sensazione che la nostra vita si sia fermata, sentiamo di non stare bene in una determinata situazione, ma non troviamo il coraggio di tirarcene fuori, non riusciamo a capire quale sia la strada migliore per noi, quella che ci farebbe stare bene e tornare il sorriso e la serenità persi.
Insieme potremo fare chiarezza e capire quale sia la migliore strada da intraprendere per te. Solo tu puoi sapere quale sarà la strada giusta da percorrere, io sarò una facilitatrice, insieme faremo emergere tutte le risorse che già possiedi per trovare la strada giusta per te.
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“Mi sento stressato.”
Tante volte ci troviamo ad enunciare questa frase e spesso non gli diamo il giusto significato, in quanto la diciamo senza una profonda consapevolezza.
Cos’è lo stress? La causa dello stress non è l’evento in sé, ma la nostra risposta spesso disadattiva a quell’evento. Questa risposta, se prolungata nel tempo, si trasforma in stress cronico, che può causare disturbi psicosomatici (dei quali si può parlare, dopo accertamenti, che non evidenzino cause cliniche) come psoriasi, gastrite, reflusso, problemi cardiaci, emicrania frequente, disturbi del sonno, stanchezza costante, sindrome del colon irritabile, ecc. e può quindi influenzare il nostro stato di salute generale.
Stai affrontando una situazione di pressione al lavoro o in famiglia? Hai avuto un cambiamento improvviso come la perdita del lavoro, una separazione o un lutto? Senti che alcune relazioni ti provocano disagio o sofferenza? Senti che non riesci a dire di no quando vorresti? Per compiacere gli altri, per paura del giudizio o perché pensi che l’altro si offenda? Senti di essere troppo accondiscendente e di mettere i tuoi bisogni dopo quelli degli altri e questo ti causa sofferenza? Senti che le situazioni della vita ti sovrastano? Senti di avere mille pensieri nella testa?
Se ti riconosci in queste situazioni posso dirti che c’è un modo per uscirne e sentirsi finalmente liberi, e se vorrai potremo lavorarci insieme. Potrò aiutarti a tirar fuori le risorse di cui già disponi e che ti permetteranno di farti riemergere e di farti sentire sollevato da tutti questi pesi. Insieme potremo trovare una nuova strategia per affrontare in maniera diversa ciò che ti causando “stress”.
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Se è la prima volta che ti rivolgi ad uno psicoterapeuta, potresti sentirti disorientata/o. Qui ti descrivo brevemente quali sono le cose che puoi aspettarti da me e dal mio lavoro (e quali no).
Cosa puoi aspettarti da me:
di trovare, nel mio studio, un ambiente confortevole e protetto,
di avere rispettata la tua privacy,
di ricevere dei “compiti” da svolgere a casa tra una seduta e l’altra,
di essere ascoltato senza giudizi e preconcetti,
di avere la possibilità di esprimere sentimenti ed emozioni sia positivi che negativi,
di essere aiutato a riconoscere le risorse e competenze che già possiedi e ad acquisirne di nuove
di essere accompagnato in cui percorso che ti permetterà di fare a meno di me appena possibile.
Non è, invece, realistico aspettarti:
che io prenda decisioni per te e ti dica cosa fare,
che ci siano cambiamenti in te e nella tua vita nel giro di pochissimo tempo,
di poter ricevere aiuto “per conto terzi” che non vogliono essere aiutati (genitori, figli, amici, partner…),
che io abbia la sfera di cristallo o la bacchetta magica, magari! Posso sbagliare, non sapere, prendere nuove strade insieme a te.
A volte ci siamo sentiti dire “Mettiti nei miei panni!” Altre volte noi stessi l’abbiamo preteso dall’altro. Talvolta ci è sembrato di riuscirci, mentre in altri casi abbiamo dovuto rinunciare. Questo sforzo, desiderio, bisogno, vittoria e sconfitta ha il nome di “empatia”. Sapersi mettere nelle scarpe degli altri, come preferiscono gli inglesi (to be in someone’s shoes), è questione di empatia.
Cosa rappresenta l’empatia
Empatia significa stare con l’altro sotto lo stesso cielo nuvoloso, astenendosi da un atteggiamento giudicante. Sentire la stessa cosa. Non occorre vivere la stessa situazione dell’altro. Anche se l’esperienza altrui ci è totalmente estranea, possiamo ugualmente entrare in empatia attraverso i nostri processi cognitivi. Rispecchiarsi nell’altro è una pratica perfettamente iscritta nel tessuto cerebrale. Esistono cioè delle aree del cervello in grado di predisporci a questi meccanismi: i neuroni specchio. Individuati nell’uomo nell’area premotoria, inclusa l’area di Broca (che presiede alle attività del linguaggio), rendono possibile la capacità di avere la mente dell’altro in mente. Studi condotti tramite sofisticate tecnologie di brain imaging funzionale, che permettono di visualizzare ciò che accade nel cervello, hanno riscontrato come i neuroni specchio si attivino allo stesso modo sia quando osserviamo un’azione sia quando la compiamo noi stessi. Quando guardiamo un volto sorridente, attiviamo gli stessi muscoli facciali, anche se non ne siamo coscienti.
Cosa non rappresenta l’empatia
Empatia non è compatimento o simpatia. La simpatia è ben diversa dall’empatia perché, collocata nel campo delle relazioni amicali, si basa su una certa condivisione di giudizi e valori. Si può provare simpatia in modo cosciente ma con caratteristiche di superficialità, in assenza di movimenti emotivi profondi. Fa scivolare, il più delle volte, nelle frasi “almeno…”, magari con tanto di pacca sulla spalla. Al contrario, l’empatia si sviluppa in assenza di vincoli amicali. Per provare empatia ci è richiesto di diventare in qualche modo l’altro. Quelli che vibrano sono quindi elementi più profondi.
Quadri clinici legati a deficit di empatia
In molte situazioni psicopatologiche le capacità empatiche possono essere compromesse. La persona con un Disturbo Antisociale di Personalità tende a violare i diritti altrui. Incapace di assumere responsabilità, di mantenere un’occupazione e una relazione affettiva stabile, si rapporta agli altri con superficialità e mancanza di rispetto per sentimenti e preoccupazioni. Le difficoltà nelle relazioni interpersonali nel Disturbo Borderline di Personalità potrebbero essere dovute, all’instabilità emotiva ed a difficoltà nella sfera empatica. Nei disturbi dell’umore è frequente una maggiore tendenza all’irritabilità, lamentele somatiche, perdita di interesse o piacere per molte attività e tendenza al ritiro sociale. L’alessitimia comporta difficoltà nella comprensione, elaborazione e descrizione delle proprie emozioni. Essendo la consapevolezza dei propri stati emotivi necessaria per riconoscere stati emotivi altrui, l’alessitimia dovrebbe comportare deficit di empatia. La mancanza di empatia, la cecità mentale, crea barriere nella comunicazione e nei rapporti più stretti a individui autistici o con Sindrome di Asperger.
Conclusioni
L’empatia, in quanto abilità cognitiva, può essere praticata, allenata. Se siamo in grado di decidere come e quanto attivarla, dovremmo essere in grado di evitare scivolare nei due estremi di assenza o eccesso di empatia.