Psicologia alimentare

Il cibo non è solo nutrimento. A volte può diventare un modo per gestire emozioni difficili, riempire un vuoto, avere una percezione di controllo.

Senza nemmeno accorgersene pian piano si crea un legame sottile ma sempre più forte fra ciò che si sente e ciò che si mangia.

In una società che chiede perfezione, produttività e autocontrollo, il cibo può diventare il mezzo attraverso cui cercare di rispondere a queste aspettative. Così si inizia a programmare tutto: si contano le calorie, si eliminano alimenti amati, si evitano situazioni sociali legate al cibo.

La percezione di sé e del proprio valore personale finisce per legarsi al peso e alla forma corporea condizionando profondamente autostima, umore, benessere.

Ci si sente inadeguati, sbagliati, mai abbastanza.

I pensieri sul cibo, su cosa si può o non si può mangiare, diventano intrusivi e occupano gran parte del proprio tempo. Ogni pasto diventa una lotta tra desiderio e controllo, tra senso di colpa e bisogno di conforto.

Vengono messi da parte altri aspetti importanti della vita. Ci si ritrova spesso a controllare il proprio corpo con ansia, spinti dalla paura di ingrassare, e tutto questo provoca grande sofferenza.

Vivere in questo equilibrio precario può diventare estenuante.

Le emozioni si fanno ingombranti: vergogna, frustrazione, delusione verso sé stessi.
Ci si sente in trappola, con un costante senso di fallimento e colpa per non essere riusciti a controllarsi. Ci si inizia a isolare, perché mangiare in pubblico diventa fonte di ansia e timore del giudizio.

Immagina, anche solo per un momento, di non dover più lottare ogni giorno con ciò che si mangia.
Immagina un rapporto con il cibo sereno, libero da giudizi e paure. Un modo di nutrirsi che non è guidato dall’ansia o dal bisogno di controllare, ma da ascolto, rispetto e cura.

Immagina di riconnetterti con il tuo corpo senza punirlo. Di sentirti abbastanza, anche nelle imperfezioni.
Di vivere i pasti con calma, di uscire con gli altri senza preoccuparti di cosa penseranno, di tornare a godere del piacere di mangiare, senza sensi di colpa.

Ma il problema non si risolve da solo. Senza un cambiamento, questo malessere può diventare cronico. Il rapporto con il cibo rischia di assorbire spazio vitale, energia mentale, e impedire di vivere davvero.

Non sei sbagliato. Non sei debole. Non sei solo.

Hai fatto il meglio che potevi, con gli strumenti che avevi.

Ma ora puoi scegliere di affrontare tutto questo in un altro modo: con supporto, consapevolezza e rispetto verso te stesso.

Sono una psicoterapeuta specializzata nel comportamento alimentare. Il mio lavoro è accompagnarti in un percorso di ascolto, comprensione e trasformazione del tuo rapporto con il cibo e, soprattutto, con te stesso.

Lavoreremo insieme per esplorare ciò che sta alla base dei comportamenti alimentari che oggi ti fanno soffrire: emozioni, credenze, esperienze passate, bisogni non riconosciuti.
Inizieremo individuando pensieri, emozioni e abitudini legate al cibo e al controllo del peso. Utilizzeremo strumenti come il diario alimentare, questionari ed esercizi per aumentare la consapevolezza.

Esploreremo insieme le cause profonde, così da poter comprendere cosa stai cercando di esprimere con il tuo comportamento alimentare. Ti darò strumenti concreti, strategie pratiche per gestire in modo sano le emozioni, rafforzare il tuo senso di valore, liberarti da un controllo che non ti serve più.

Ciò che per me è fondamentale in questo percorso è la fiducia, il rispetto dei tuoi tempi. Perché dietro ogni sintomo c’è una storia, e ogni storia merita di essere ascoltata con cura.

Se senti che è il momento di darti la possibilità di affrontare un percorso di cambiamento e cura verso te, puoi contattarmi tramite il modulo o i miei contatti.