Consulenza specializzata sul lutto

“I bambini hanno bisogno di essere informati delle cose importanti che accadono a coloro che amano“

(Elisabeth Kübler-Ross)

E’ importante oggi, parlare di morte, in una società in cui si denota una propensione alla negazione della morte e del dolore. Come se dovessimo proteggere i bambini e gli adolescenti dalla morte, quando, invece, sappiamo benissimo che la morte fa parte della vita.
Continuiamo a dare in questo modo “un”illusione di sicurezza” dove neghiamo ciò che, invece, esiste.

“Quando portiamo a termine il compito che siamo venuti a svolgere sulla terra, ci viene permesso di lasciare il corpo, il quale imprigiona la nostra anima proprio come un bozzolo di seta racchiude la futura farfalla. Una volta arrivato il momento, possiamo andarcene ed essere liberi dal dolore, dalla paura e dalle preoccupazioni; liberi come una bellissima farfalla…”

-Elisabeth Kübler-Ross-

Cos’è la morte?

Una domanda che noi adulti temiamo molto, non considerando il fatto che quando un bambino ci pone delle domande è pronto ad avere risposte.
La morte diventa non narrabile perchè noi la facciamo diventare tale.

Allora come posiamo rispondere a questa domanda?

La morte è un normale processo evolutivo che avviene come atto conclusivo della nostra vita.
La vita è fatta di inizi e di conclusioni come le azioni che facciamo ogni giorno(l’inizio di un gioco fino alla sua conclusione; le vacanze tanto attese, vissute con tanta felicità in ogni istante ma che giungono al termine; l’arrivo del giorno del compleanno e la fine della giornata trascorsa).

Diamo la possibilità al bambino di vedere il mondo così come è, non illudendolo che esiste solo il bello e la felicità. Osserviamo insieme al bambino il mondo che ci circonda negli avvenimenti quotidiani.

Cerchiamo delle occasioni per educare alla morte.
“Mi viene spontaneamente alla mente un episodio avvenuto ieri con mio figlio in giardino: abbiamo acquistato una bellissima rosa da piantare nel nostro giardino. Al momento dell’impianto, ci siamo accorti che durante il tragitto si è spezzato un grande ramo con una rosa. (Questo è un momento da sfruttare). Di sua spontanea volontà mio figlio prende il ramo, fa un buchetto nel terreno e lo mette lì, dicendo: così va in paradiso. E’ morto.

Al mattino seguente va ad osservare e ripete: è morto. Non c’è più. Parliamo e commentiamo tutti insieme che è un normale processo che appartiene alla vita. La morte è reale e naturale.”

Come possiamo parlare di morte con i bambini?

Parliamo di morte narrando con gli eventi quotidiani.
Che rapporto abbiamo noi adulti con la morte?Interroghiamoci ed ascoltiamo le nostre sensazioni, i nostri vissuti.

Usiamo un linguaggio corretto ed esatto quando dobbiamo comunicare la morte di qualcuno.

Leggiamo libri sulla morte: le narrazioni ci aiutano a parlare di argomenti difficili.

Parlando e dicendo la verità abbiamo la possibilità di instaurare un rapporto di FIDUCIA: un rapporto autentico su cui il bambino può contare in ogni momento.

La morte di qualcuno è un processo fatto di sofferenza.
La sofferenza è di tutti, si soffre insieme condividendo l’accaduto.
Non si protegge l’altro evitando il dolore o nascondendolo.
La perdita di una persona cara irrompe nella vita di ognuno di noi, compresa la vita dei nostri bambini o ragazzi.
L’IMPATTO EMOTIVO CHE SIAMO COSTRETTI A VIVERE E’ DEVASTANTE.
Dare voce alla sofferenza permette di lenire il dolore che si prova.

“Abbiamo bisogno di tempo per superare il dolore della perdita. Dobbiamo entrarci dentro, per conoscerlo davvero, per imparare”.

(Elisabeth Kubler-Ross )

La morte di una persona cara è un avvenimento doloroso per tutti noi e diventa ancora più struggente quando è un bambino a perdere un genitore o una persona cara significativa.

Secondo Bowlby il lutto è caratterizzato da quattro fasi di elaborazione:

  • fase dello stordimento
  • fase di struggimento per la figura di attaccamento perduta
  • fase di disorganizzazione
  • fase di riorganizzazione

Queste fasi nel bambino non si susseguono in maniera lineare, come per l’adulto, ma si alternano da una fase all’altra in modo discontinuo.

Il processo di elaborazione del lutto è soggettivo e cambia da persona a persona. Nei bambini è più breve a causa delle difese che permettono al bambino di staccarsi dalla realtà della perdita per non soffrire troppo.
I bambini riescono ad entrare ed uscire dal dolore velocemente, perchè non hanno una struttura cognitiva ed emotiva in grado di sostenere per un lungo periodo di tempo il dolore.

Secondo Bowlby(1980), qualora il processo di elaborazione del lutto avvenga in modo adeguato, il bambino comincerà a disinvestire le energie sul genitore defunto e a focalizzarle su nuove relazioni con gli altri.

Quali sono i fattori che influenzano il processo del lutto in età evolutiva?

  • L’età del bambino: la relazione genitore-bambino nei primi anni di vita modella il senso del Sè del bambino. Bowlby, afferma nella sua opera “Attaccamento e perdita (1980)” che la morte di un genitore rappresenta un “trauma della perdita” quando avviene entro i primi 5 anni di vita del bambino, il quale non ha ancora stabilito un senso del Sè autonomo e indipendente dalla protezione del genitore.
  • Il tipo di morte: morte naturale, morte per malattia, morte improvvisa, suicidio, omicidio o morte violenta.
  • Il legame che il bambino aveva con la persona morta.
  • Il funzionamento familiare e il sostegno delle persone di riferimento.
E’ di fondamentale importanza quando ci troviamo di fronte ad un lutto comunicare la notizia al bambino nel più breve tempo possibile, per dare la possibilità anche al bambino di vivere il proprio dolore.
In questo modo rispettiamo il suo Essere e i suoi sentimenti.

“Troppo spesso i genitori rimasti in vita, preoccupati del loro dolore e ritenendo di fare la cosa giusta, nascondono i loro sentimenti e dicono ai bambini poco o niente della morte del genitore. Così facendo trascurano il bisogno dei loro figli di piangere le perdite che hanno cambiato profondamente la loro vita. Non c’è cattiveria nel modo in cui questi adulti trascurano il bisogno dei loro figli; è solo che essi non sanno o non hanno mai considerato l’impatto emotivo che la morte di un genitore può avere su un bambino.”

(Elisabeth Kubler-Ross)

Dobbiamo interrogarci su come noi adulti abbiamo vissuto i nostri lutti, non avere paura o vergogna a chiedere aiuto in questi momenti.
La perdita di una persona cara irrompe nelle nostre vite, è devastante, ci sentiamo privati di ogni nostra forza, siamo indifesi e fragili in quei momenti.
Chiediamo aiuto per noi stessi…..
Chiediamo aiuto per i nostri bambini che meritano di vivere un momento così complicato con il sostegno autentico di noi adulti.

Chiedere aiuto: questa e’ la forza che puo’ sollevarti in un momento cosi’ delicato.

Il lutto irrisolto, se non elaborato in modo opportuno è un’esperienza che provoca delle conseguenze anche nelle generazioni successive, segnando sin dall’infanzia in maniera indelebile il nostro mondo interiore.
E’ normale provare sofferenza struggente in queste situazioni, viviamo la sofferenza, lasciamo che il dolore sia vissuto sia da noi adulti che dal bambino.
Nel momento in cui avverti che la sofferenza è troppo grande per dare sostegno e aiuto al bambino, chiedi aiuto ai professionisti della salute per salvaguardare te stesso e il tuo bambino.
Per poter aiutare l’altro indifeso devi essere prima tu consapevole del tuo dolore, OCCUPATI del TUO dolore.

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